ILCI
di Todi (Pg-Italy)
Storia
Particolare
dell'affresco raffigurante l'Umbria dalla Galleria delle Carte
Geografiche dei Musei Vaticani. Dipinta
fra il 1580 ed il 1583 sulla base di cartoni disegnati dal perugino
Ignazio Danti, uno dei maggiori geografi del tempo, su richiesta di
papa Gregorio XIII. -Foto
Archivio Fotografico del Musei Vaticani VEDI
FOTO INTERA ©Musei
Vaticani
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vedi
tracce storiche rinvenute negli archivi comunali di Todi (a cura di
F.Orsini)
Il periodo storico
più intenso e documentato è senza dubbio quello medievale, di cui il
paese, malgrado certi interventi poco corretti, mantiene la struttura
e l'atmosfera, come ad esempio i voltoni ed alcuni vicoli molto
suggestivi.
a
lato "Il Voltone"
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Nel
1310 i Guelfi di Perugia "vi posero gli alloggiamenti e vi si
fortificarono" nella battaglia con i Ghibellini di Todi, sotto
Montemolino in cui morì il Duca di Spoleto ed altri nobili.
Nel
1311, i Ghibellini di Todi assediarono il castello e vi entrarono
portando morti e distruzione (come risulta da questo estratto
de: "Documenti tratti dall'archivo segreto del Comune di Todi"
Circa
un secolo dopo, anno 1444, Ilci fu di nuovo assalito dal ghibellino Niccolò
Piccinino e dato alle fiamme.
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N.
Piccinino - ritratto
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L'aquila (lo stemma di Todi) sopra "il
voltone"
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Essendo
stato quasi del tutto distrutto ottenne una immunità di dieci anni
affinché potesse essere ricostruito. Successivamente, fu per lungo
tempo feudo della nobile famiglia degli Oddi.
Stemma
Fam. ODDI
Nel 1620
Paolo degli Oddi ottenne di poter edificare un architrave sopra la porta
principale avente gia', a seguito della delibera
comunale del 1573, l'effige dell' aquila, lo stemma di Todi, dove si trova
tuttora.
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CATASTO GREGORIANO
Mappa di Ilci dal catasto gregoriano *

Si tratta del primo catasto particellare di tutto lo
Stato Pontificio, promosso da Pio VII nel 1816 e attivato da Gregorio
XVI nel 1835.
Fu realizzato dalla Presidenza generale del Censo, secondo le modalità
già adottate durante l'ex Regno d'Italia dal catasto napoleonico nelle
Legazioni (Bologna e le Romagne) e nelle Marche. Una copia era
conservata presso le locali Cancellerie del Censo.
Comprende tre serie correlate: le mappe (1:2000), le mappette a scala
ridotta (1:4000 o 1:8000), i registri dei proprietari (brogliardi o
sommarioni).
La copia conservata presso l'Archivio di Stato di Roma è, in genere, più
completa, originale e meno deteriorata di quella conservata in sede
locale, che è stata spesso rimaneggiata negli anni. La cartografia
offre l'immagine più completa disponibile dell'assetto territoriale e
urbano delle province pontificie.
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Immagini a cura di Andrea Ceccarini
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