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ILCI di Todi (Pg-Italy)

 

 

La 'Signora Gigina'

 

L’ 8 settembre 2014, festa della Consolazione, è venuta a mancare Maria Luigia Pierantoni Vedova Battisti, per noi di Ilci, più semplicemente e più affettuosamente, la cara "Signora Gigina".
Dopo la morte del marito, Generale Luigi Battisti, ha vissuto per oltre 50 anni nel nostro paese occupandosi della casa, degli anziani parenti, dei figli e, mai dimentica del prossimo, è stata sempre impegnata nel volontariato sociale prestando, tra l'altro, la sua instancabile collaborazione nella Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes e Santuari Internazionali (U.N.I.T.A.L.S.I.)
A fianco del marito ha vissuto le vicissitudini della guerra fino all’arresto, a Roma, da parte dei Tedeschi che la tennero segregata in casa nell’attesa e nella speranza di poter catturare il marito che, dopo l’8 settembre, viveva in clandestinità collaborando con le forze di Liberazione.
E’ stata per Noi tutti, abitanti del Borgo, ben più di una figura di riferimento. Chiunque bussasse alla sua porta per chiedere un consiglio, un favore, o semplicemente per un saluto, trovava sempre il sorriso della sua accoglienza e della sua infinita disponibilità.
Questo stesso sito web, che abbiamo avuto il piacere di mostrarLe e spiegarLe nel dettaglio di ogni pagina e di ogni foto, ha trovato in Lei fonte preziosissima di informazioni e contenuti.
Chi ha avuto il privilegio di frequentare la sua casa che tanto ha amato, chi ha avuto il dono della sua amicizia, conserverà per sempre nella memoria e soprattutto nel cuore il ricordo del tempo passato con Lei.
Grazie di cuore…. Signora Gigina!


La redazione di ILCI.IT

 

P.S. Riceviamo e con piacere pubblichiamo questo ricordo di Valeria Bani:

 

BATTISTI MARIA LUIGIA 
Meglio conosciuta e da tutti chiamata "la signora".
Eleganti abiti, un anello d'oro al mignolo e un inconfondibile profumo di colonia.
Libri, foto e ... tanti ricordi.
Una casa imponente con la porta aperta a tutti, piena di oggetti del passato..a disposizione per ogni evenienza paesana.
Una vita longeva e piena di passioni che ha portato con se gioie,amicizie, ma anche momenti tristi per la perdita di persone care.
Ora è piacevole e amabile dovere di tutti noi, che l'abbiamo conosciuta,
ricordarla .. con un sorriso, con un pensiero.
Lei penserà a noi ... da lassù.

Valeria

 

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"Verso la piazza" 

La Portella dipinta da Sandro Scargetta

 

 

Lo ‘studio’ di Sandro

 

Un grande arco, forse medioevale, 

cupo e buio, ma ricco di luce per la sua bellezza.

Una vecchia, breve scala diroccata, infossata tra due mura: salire era un’impresa, quasi una arrampicata!

In cima, la sorpresa: 

luce, sole dalla finestra aperta sui campi; 

pavimento di mattoni sconnessi; 

la fiamma nel vecchio sporco camino; 

tele ingiallite, disordine, cavalletti in attesa.

Una vecchia sedia impagliata, le nostre risate, 

odore di caffé, allegria, sogni, desideri nell’aria, 

riflessioni, speranze d’amore: 

l’anima, tutta, di un artista.

 

M.Luigia Pierantoni Battisti (21.5.2001)

 

Sandro Scargetta nato a Todi nel 1945, ha frequentato l’Istituto d’Arte “Bernardino di Betto” e l’Accademia di Belle Arti “Pietro Vannucci” di Perugia dove è stato allievo di Dante Filippucci, Artemio Giovagnoni, Diego Donati e Gerardo Dottori, di quest’ultimo ne è stato assistente per quattro anni ai corsi estivi per stranieri. E’ vissuto ad Ilci per lungo tempo e lo studio sopra descritto era il suo luogo di lavoro ma anche punto di incontro e di vita in amicizia.  Al suo 'paesello' è rimasto sempre fortemente legato anche dopo il suo trasferimento a Perugia. 

La sua prima personale risale al 1964 a Todi; 

al suo attivo molte personali e collettive tra cui si ricordano:  

III Biennale del metallo, Gubbio 1965; 

XVI Mostra Nazionale d’Arte Sacra, Perugia 1967; 

II Biennale dell’Incisione, Tolentino 1968; 

I Rassegna Internazionale d’Arte Moderna, Lecce 1970; 

V Mostra Nazionale di Grafica, Arezzo 1970; 

II Biennale d’Arte Sacra, Sora 1971. 

Le sue opere sono presenti in collezioni privati in Italia, Svizzera, Olanda, Germania, Libia, New York. 

Ci ha lasciato il 21 maggio 2001.  

 

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AL BIVIO CON LA STORIA

 

- Nome ?  

- Luigi

- Cognome?

- Battisti

- Nato a?  

- Ilci frazione Todi 

- Anno?

- 1915

 

E' cosi' che, in un giorno d'autunno, appena diplomato all' Istituto Agrario di Todi, si presenta volontario il giovanissimo Luigi Battisti, per diventare "Allievo Ufficiale".

E' una generazione, la sua, dal destino piu' esaltante e drammatico che sia dato vivere.

Nel 1934  Luigi Battisti presta giuramento come sotto- tenente. Poi Tenente-Maggiore per meriti di guerra, Ufficiale di Stato MAggiore, Tenente Colonnello, Addetto all'Ambasciata di Spagna, Comandante del 132.esimo Reggimento Carri 'Ariete' ed infine Generale. A soli 48 anni.

Piu' volte ferito e piu' volte decorato. Medaglia d'argento al valore militare: L'Etiopia, la Spagna, ancora in Africa settentrionale mentre infuria la Seconda Guerra Mondiale.

Poi la difesa di Roma a Porta San Paolo. Il fronte clandestino della Resistenza. Infine, addetto militare per due anni, all'Ambasciata di Spagna.

La storia d'Italia si interseca con quella del mondo: attraverso lutti, distruzioni, eroismi ed inauditi sacrifici, viene alla luce un orizzonte che alimenta nuovi sogni e nuove speranze.

Il Gen. Luigi Battisti e' stato un protagonista di questo difficile passaggio della storia dell'uomo.

Ma Lui, quando poteva, tornava ad Ilci, dove era nato, dove ogni volto gli era familiare e sorridente, dove, forse,  il bellissimo panorama del suo terrazzo, gli evocava la memoria della sua giovinezza che sapeva di corse, di ginocchia sbucciate, di quella irrequietezza adolescenziale che lo aveva fatto fremere di impazienza e gli aveva fatto scoprire il mondo oltre quelle verdi colline. Mondo difficile, ma vivo e pulsante nel cuore della storia.

E ad Ilci, di certo, avrebbe voluto tornare per amare e valorizzare sempre piu' il suo paese, nel suo palazzo antico, tra i ricordi delle generazioni passate che avrebbe arricchito con i suoi, cosi' intensi, cosi' numerosi: capitoli di un libro di umana storia, capitoli che si chiudono e poi, fatalmente, si riaprono. 

Ma il destino non lo ha permesso ed ha precocemente interrotto, per ironia della sorte proprio in un periodo di pace, ogni sua aspirazione. 

     

Il generale Battisti

BIOGRAFIA A CURA DI MARIO MECARELLI

 

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FRANCO

 

Franco Battisti 24.4.1913 - 12.2.1986

 

Un pensiero...

un caro pensiero

a questo personaggio per tanti anni

responsabile dell' Ufficio Postale di Ilci.

 

L' Amore a Dio, alla famiglia e al lavoro 

illuminò la sua vita terrena.

 

A tutti Noi il piacere di ricordarlo con affetto.

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DON GIUSEPPE

 

Un cumulo di terra, 

una croce di ferro,

una rosa che fiorira' a primavera.

E' stato molto amato, ma non quanto Lui amava noi!

Ci viveva molto vicino ma come sfiorandoci, evitando  il terreno contatto perche' la sua infinita bonta' non poteva essere materializzata.

Quella particolare maniera nel disporre i fiori...

come se con il suo tocco gentile volesse perpetuare la loro durata... ed il loro profumo.

Lassu'... stara' pregando per noi tutti.  

 

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LA SIGNORINA BONDI

 

Alta, bella, solenne.

Sapeva insegnare

ed amare

con la punizione frequente....

E...

col passar degli anni,

gli alunni suoi attempati,

accettavano ancora il suo richiamo

come ai tempi ormai passati. 

 

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Dr. Renzo Battisti

 

“Quando partii dal mio “castello” amato

dove ho trascorso la mia giovinezza,

due sole calde lacrime ho versato

con l’animo ricolmo di tristezza.”

…..

 Ilci e la fanciullezza. Ilci e i primi amori….

Ricordi indelebili per chi, come lui, se ne allontanò presto.

Si trasferì a Perugia dove ha studiato, si è laureato in medicina e lì ha esercitato la sua professione.

Portò con sé la sua numerosa famiglia, di cui fu sempre un grande sostegno.

Ma tornava spesso a Ilci: aveva una conoscenza del territorio e della sua storia del tutto sorprendenti: Si potrebbe dire che ogni pietra gli parlava: scritte romane che riusciva a scovare in sperduti casolari o archi e bifore medievali gli permettevano, nel racconto, di rievocare, ma anche di fare verifiche storicamente interessanti.

Coltivava così la passione della sua vita: L’ARTE in tutte le sue espressioni. Dai siti archeologici ai dipinti dell’ottocento. Ma amò anche il cinema, la letteratura e la poesia.. dilettandosi anche a scriverne molte….

 

“Il tempo passa, ma ogni po’ riaffiora

il ricordo soave e, nel tuo mare,

il cuore stanco, ma felice, ancora,

vorrebbe dolcemente naufragare.”

     

 

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Le Nozze d'oro

 

Il 13 agosto 2011

Santino e Annamaria

hanno festeggiato 

i cinquant' anni di matrimonio

Tanti auguri !!!!!

(vedi servizio fotografico)

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Il ciarliero MARIANO

 

Con la sigaretta in mano,

dal suo alto pianello,

controllava ora questo..

ora quello!

     

 

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LODOVICO (1885 – 1978)

detto 'Il Brucco'

Aveva un alto senso di se stesso e della sua abilità, si considerava un “artista”:non era un ciabattino, lui, ma un CALZOLAIO SOPRAFFINO. Per le donne faceva raffinati “polacchini” a gambaletto allacciato e con tacchi, per gli uomini i gambali. Il suo banchetto affascinava i bambini:chiodi di tutte le misure, pece, spago, suole e pellame da tagliare e cucire, occhielli, lime raspe, martello e un numero infinito di “forme”.

Ma faceva anche il cavadenti e il campanaio: la vita era un’avventura, una “sciampagnata”, diceva, che andava vissuta, anche con tutte le difficoltà di quei tempi.

Era piccolo di statura e magrissimo(tipo Gandhi), ma energico, vivacissimo e con occhi da “birbante”: “A me, diceva, non m’ha mai messo paura neassuno”

Mangiapreti (da poco tempo, in termini storici, l’Umbria non era più Stato Pontificio) e tuttavia “religioso”. Non dimenticava mai di dire le preghiere per i morti che gli rievocavano il suo mondo e scendevano tutti lì ad animare la scena, a non farlo mai sentire, anche da vecchio, solo.

La sua era la cultura dell’artigiano, che non si fida né dei padroni né dei contadini:

“E’ finito il governo pretino

 è venuto dei grandi signori,

 Possa venirgli il mal dei dolori

 Chi dette il voto per farli regnar.

 Si lamenta chi ha da avere,

 siamo scarsi di moneta

 per la strada più segreta

 ci conviene camminar:

 Italia cara, mostrati gentile,

 i figli buoni non li discacciare,

 se no ti vanno tutti nel Brasile

 e non si ciran più di ritornare…,”

Aveva il piacere di raccontare storie, leggende, modi di dire, canzoni, spesso licenziose: Aveva il piacere di comunicare: la sua casa era sempre un via vai

E la sua bottega un punto di riferimento per il paese.

“Quando sarò morto io dirai: poro Lodovico, quanto me teneva allegro!”

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DON DOMENICO RANIERI

(1882-1968)

E’ stato per lunghi anni sacerdote a Ilci: la sua figura bizzarra e tuttavia simpatica e socievole, sopravvive, ancora, nella memoria di chi lo ha conosciuto.

Al di là dei suoi doveri sacerdotali, la sua passione era quella di aggiustare orologi e accordare pianoforti:

Quando predicava, non volendo, forse, tediare a lungo i suoi parrocchiani, scriveva , come un bravo scolaro le sue “prediche e le ripeteva, tali e quali, nelle varie ricorrenze.

Natale. “Quasi raggio di sole che squarcia le nubi di un cielo procelloso, quasi oasi verde e benefica…”

Pasqua: “Resurrexit, sicut dixit: Gesù è risorto, come egli stesso aveva predetto…”

E poi gli sposi: non rinunciava mai al pranzo degli sposi, a cui veniva sempre invitato: davanti a tanti piatti “egregi” ridiventava, con evidente piacere, bambino e accettava qualunque scherzo o lazzo e finiva per essere il bersaglio preferito del lancio dei confetti. Ma non dimenticava mai di alzarsi per il suo brindisi preferito:

“Cambia la moda del vestito, cambia la moda del cappello, ma non cambia mai il marito, che dev’esser sempre quello!”

Povero don Domenico! Se n’ è andato prima di capire che le cose, anche nel matrimonio, non stanno sempre proprio così!

“Viva don Domenico”, come si diceva ai pranzi nuziali. Un posticino in Paradiso, di sicuro, gli è stato riservato!

 

 

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IL SARNEO

 

Se per le feste ricordate,

alla messa a Ilci volevate andare,

Domenico del Sarneo dovevate affrontare...

il perfetto sacrestano..

sempre pronto  

col turibolo in mano

pien d' incenso

per gli occhi di tutti.. 

infine... affumicare

 

(g. sarnei - luglio 2010)

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LA PAOLINA

 

Rispettosa e sempre gioviale

amava farti un piacere

in cambio di un buon bicchiere.

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NULLI GABBIANI MARIA

Ha vissuto l’infanzia e la giovinezza qui, a Ilci, dove è nata.

Quando se ne è allontanata ha portato con sé questo mondo, semplice e tuttavia ricchissimo.

I fiori, i campi, il profumo dell’erba, il suono delle campane, le voci, il colore del cielo…hanno accompagnato i sogni e popolato la solitudine.

Attraverso la poesia, ha dato così voce a quel mondo che è anche in ciascuno di noi.

 

Grazie, Maria

1)     FAVOLA:10 dicembre

 

Vorresti che ti dicessi una favola?

Bianca come la notte di Natale,

quando nasce Gesù e fuori nevica!...

Anche tu sei nata

In una gelida giornata

Come un bucaneve.

Un sole pallido faceva capolino,

Le campane a festa chiamavano alla chiesa.

Nell’aria fredda e dolce quella sera della venuta

C’eri anche tu: piccolo fagottino!

 

 

 

2)     FIUME

 

La bimba con la mamma

Arriva al fiume.

Il peso della cesta

Crollava con la testa;

La pietra smeriglio è lì che aspetta…

Giocava a far la donna, la bimbetta.

Suono rauco di campani:

Sull’erba ancora brulla

Nebbiosi vanno i buoi

Sul campo di betulla……

 

3)     ISOLA

 

    La mia mente

è un’isola sperduta,

dove sono naufragata

stanca di cercare te:

sola con il mondo

di grandi dimensioni,

un gabbiano impietosito

parla una lingua strana.

Forse!...vuole farmi capire

di vivere con gioia

ogni momento.

Avrei voluto non diventare grande

per non vedere le belle cose infrante.

 

 

 

4)     RIFLESSIONI

 

 

Che ammasso di rami secchi

Questa mia vita:

                        spericolata

                                   non capita.

          Tacciono dolci amare le parole;

           Chimere schiacciate dalla velocità

                                                 di pensare

                                                  di correre

                                                  arrivare.

             Le orecchie odono

             Il latrare dei cani

             Il lamento degli uccelli.”

              Il forte frastuono inaridisce il sentimento

              Che cammina nel buio della sera

              Come un fantasma.

       

              Che ammasso di rami secchi

               questa vita

                                 non capita

                                 non amata

                                 mal vissuta.

 

5) LA FONTE

 

La fonte nella piazza deserta

aspetta la ragazza con la brocca.

Erba verdognola e rovi rampicanti.

Leggiadra... la ragazza distrattamente arriva,

l'acqua limpida a filo scende,

la brocca si riempie.

Bella la sera!

Ascolta dove l'acqua scende muta,

dove l'acqua scende..

.. e sogna.

 

                  

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LA GIULIA E BASTIANO

 

Sempre sorridente e 

cara a noi tutti, 

era solita salutare dicendo:

"BELLA GIOIA"..

sia ai belli che ai brutti..

E Bastiano,

il campanaro...

sempre dietro

al suo somaro!

     

 

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LE BOTTEGHE

 

Lungo la strada...

dove SIRETTO occhieggiava

se da NAZZARENO

qualcuno si fermava.

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"Il postino suona sempre due volte"

Ma anche tre...  e se serve, pure quattro!

 

 

Berretto, borsone e via...

Per trent'anni... Tutti i giorni... 

Vespetta d'estate e Dyane d'inverno tra gli odori e i colori di una campagna sempre uguale, eppure, sempre diversa. 

Sole, vento, pioggia e polvere per le strade non ancora asfaltate. 

" E' passato il postino? "...

Perche' la gente non aspettava solo la posta, ma anche un amico.

E la gente tutta, al momento della 'pensione',  lo ha voluto ricordare, questo postino "all'antica", con un volume fatto di "Grazie!" di tanti affettuosisissimi "Grazie!"

 

...Grazie per il giornale del mattino

per i biglietti di pasqua e di natale,

Grazie per le bollette della luce.

Sempre arrivate.

Spesso.. anche troppo salate.

Grazie per le cartelle delle tasse,

Sì... Grazie anche di quelle!

 

... Un saluto con affetto,

al postino piu' perfetto!

 

...Piu' che un lavoro, il tuo... una missione!

Ma si puo' essere missionari delle poste?

 

 

 

 

 

 

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C'era una volta...

 

... in cui i giornali parlavano di Ilci

paese unito e vincente.

... e il calcio era quello giocato

e partecipato

e sentito

e vissuto 

insieme.. da tutti.

E la squadra..

non era quella che scendeva in campo

ma il  paese intero

vincente..

perche' unito.

 

 

 

 

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Spiando la mia vallata

 

 

Nel verde silenzio

i nidi e le zolle

ancora dormono in pace.

Mentre l'aurora dischiude

le prime corolle

nella verde vallata

ancora tutto tace.

 

In solitaria tomba straniera,

cui pietose ignote mani

di pallide rose adornava,

umili spoglie riposano

che cessato e' in core

ogni rancore.

 

Solca rombando

un'ala d'argento

lo spazio infinito:

La valle si desta, di guerra

ricorda il recente tormento

e lo strazio infinito.

 

Al fremito del suo materno cuore

rombando più forte

risponde il motore

non porto la morte

son ala di pace!.. ei dice fuggente!

sui monti sorride il sole nascente!

 

S'aprono le casette sorridenti

da tralci di gerani inghirlandate

e guardano sulla strada

allineati

i ciuffi dei pini adolescenti.

 

Alle amorose preci richiama

voce soavissima

di una campana;

odono le rondini

e con il loro bisbiglio

in coro anch'esse

ringraziano Iddio!

 

Tutta la valle ormai e' ridesta

all'opera intenta ogni creatura

ognuna ha un sogno celato in cuore

in molte il pianto ha velato il viso

ma dolcemente

tutte han sorriso

al risveglio eterno della Natura!

 

Ilci, 13 agosto 1949     M.L.P.

 

 

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