ILCI
di Todi (Pg-Italy)
Mito
e Leggenda.
Che
questo territorio fosse abitato anche in tempi preistorici, lo
testimoniano i rinvenimenti che i contadini facevano arando i campi e
rinvenendo quelle che loro chiamavano "saette",
immaginandole come residui dei fulmini, ma che erano invece,
"amigdale"**** di pietre scheggiate usate nell'età della
pietra.
L'
Abate di Ripabianca ANDREA GIOVANNELLI*, nel 1700, si rese conto della
importanza di questi reperti e, non essendovi ancora un museo a Todi,
li consegnò a Giovan Battista Passeri di Pesaro perché fossero
custoditi in quel museo dove tuttora si trovano.
Dell'epoca
romana il paese mantiene la struttura essenziale con il CARDO ed il
DECUMANO**, anche se l'incuria del tempo e degli uomini ha disperso le
testimonianze significative di cui resta solo leggenda come il tempio
della DEA BONA ed in particolare di un tempio dedicato a FAUNO, Dio
dei boschi.
A
questo proposito scrive G.B. Alvi nel suo Dizionario, " Si è avuto in
congetture che questo luogo fosse superstizioso***, poiché, essendo
sotto l'elce, albero consacrato alle Fauni, quivi fosse qualche tempio
in onore di Fauno, ove si facevano auguri e vaticini".
***
Luogo magico: (Vedi
la "Macchia di Boccone" dove, si fantasticava, si dessero
convegno le streghe e dove si svolgessero i "sabba".
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