La
voce delle campane ....
E in una bella giornata di sole del 1927, giunsero in paese 4 carri
tirati da 4 paia di buoi: erano arrivate le campane! (scaricate da un
treno merci alla stazione di Ponte Rio, provenienti dalle
"lontane" Marche) Il
"Buongiorno" all'alba, il "Buon appetito" a
mezzogiorno e il "Buonasera" al tramonto. E
poi i matrimoni e i funerali e tutte le feste "ricordatevoli". Comunicavano
"a presa diretta" la gioia e il dolore con una intensita' mai
piu' ritrovata. Un
suono particolare "a distesa" era quello per annunciare
"L'acqua ria" (L'acqua cattiva) e cioè un brutto temporale
con tuoni e fulmini e forse anche la grandine: i contadini al lavoro nei
campi dovevano trovare un riparo. "A FULGURE ET TEMPESTATE
LIBERA NOS, DOMINE" si pregava durante il rito delle rogazioni. Ma
poi c'era la notte festosa della "VENUTA" quando la Madonna,
camminando sulla Via Lattea, si dirigeva verso la sua casa di Loreto e
le campane l'accompagnavano suonando per oltre un'ora, dalla mezzanotte
in poi. Campanone,
campana e campanella: L'intrecciarsi dei vari suoni scandiva la vita
della Comunita'. Il loro linguaggio era decifrabile in qualunque luogo e
da chiunque! Il
"Campanaro" con la sua famiglia (di solito numerosa) prestava
gratuitamente il suo impegno, ma aveva diritto alla "Questua",
poteva cioe' avere in cambio un po' di grano, olio, vino, uva o pomodori: era il "baratto" ovvero "l'economia di
scambio" forse non inutile ricordare ora, in un periodo, il nostro,
di "allegra finanza"...
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